lunedì 2 dicembre 2013

I borghi abbandonati (o quasi) dell'Appennino tosco-romagnolo: la Valle del Santerno

Lo scorso 29 novembre a Imola presso il Circolo "Silvio Pellico" di San Cassiano dell'Osservanza, ho avuto l'opportunità di dedicare una serata foto-storica sul nostro Appennino e, in particolare, raccontando dei borghi abbandonati (o quasi) della Valle del Santerno: Castiglioncello, Rapezzo, Brento Sanico e Casetta di Tiara!
Per chi si fosse perso l'appuntamento, ecco un bel video-resoconto realizzato dagli organizzatori della serata, che ringrazio infinitamente!

Tutto cliccando QUI!

Buona visione!

Venerdì 29.11.2013 - Circolo "Silvio Pellico" c/o San Cassiano dell'Osservanza - Imola

giovedì 21 novembre 2013

Cielo imbronciato su Fontana Moneta

Toccata e fuga mattutina in quel di Fontana Moneta (San Martino in Gattara - RA).

Il cielo è imbronciato, indeciso se dare il meglio o il peggio di sè. Aperture luminose di un sole che spinge i suoi raggi sui colori di un autunno che già cede a striature bianche di neve lontana. Nuvole scure e cariche di pioggia, che frustate di vento fanno arrivare decise su prati che ancora regalano il più bel verde delle nostre montagne...
E di fronte a questo ennesimo spettacolo che la Natura del nostro Appennino regala, mi viene in mente un proverbio irlandese che dice "Ricorda sempre di dimenticare
le cose che ti hanno reso triste. Ma non dimenticate mai di ricordare le cose che ti hanno reso felice". E di raggiungerle sempre!

Cimitero della Chiesa di Monte Romano - San Martino in Gattara (RA)

giovedì 14 novembre 2013

EVENTO!!! Una serata sui borghi fantasma imolesi: CASTIGLIONCELLO e BRENTO SANICO

Ruderi, resti di mura avvolti dall'edera e dalla vitalba. Tetti sfondati e camere abbandonate.
Chiese sconsacrate, edicole svuotate dai propri Santi...
A riempire questi spazi, una volta vitali e abitati, ora solo gli elementi naturali che si riprendono lo spazio che l'uomo aveva loro sottratto.

Dall'interno di una casa abbandonata a
Brento Sanico - San Pellegrino (Fi)

Echi di vita passata, di una economia semplice e fatta di terre scoscese e ripidi cammini.
E' la storia del nostro territorio montano, l'Appennino tosco-romagnolo e quelli che erano i borghi che un tempo ne costellavano i crinali.
Da non dimenticare!

CAMMINANDO L'APPENNINO dedica una serata con foto e relazione a due particolarissimi borghi del territorio imolese: Castiglioncello e Brento Sanico.





 
Venerdì 29 novembre 2013 alle ore 20.30 presso il Circolo dell'Osservanza a Imola (Via Venturini, 2) una serata dedicata al nostro territorio che fu con Antonella Falco e la guida escursionistica Luigi Donati.
A seguire ricco buffet per tutti! 
INGRESSO LIBERO!
Guarda il video promo, clicca QUI.
Castiglioncello - Castel del Rio (Firenze_Imola)

giovedì 31 ottobre 2013

Scrivendo, un blog al gerundio

Le azioni non sono coniugate al passato, al presente o al futuro.
Le azioni sono coniugate al gerundio, perché il gerundio è il modo della continuità.
Il gerundio è il modo che non ha tempo, che indica un'azione che ha avuto un inizio non identificato, uno sviluppo continuo nel presente, una proiezione futura infinita.
Un infinito sostantivato che, come da tradizione della grammatica latina, afferma nel tempo l'azione che pronuncia.
.... sul sentiero che dall'Acquacheta porta al Monte Lavane
(Foto di Enrico Tortori)
"Camminare" è un verbo al gerundio per sua natura, che si trasforma in "camminando" e da qui il titolo di questo blog: "Camminando l'Appennino" che vuol essere piccolo e grande spazio di sfogo della mia voglia di scrivere di ciò che amo.Scrivere, senza imposizioni e/o richieste, di ciò che sgorga dalla mente, passando dal cuore e sfociando dalle dita.
Uno spazio virtuale, riflesso di quello reale (l'Appennino tosco-romagnolo) in cui i miei passi si posano normalmente...
 
Io alla Cascata del torrente Cà del Vento,
nei pressi dell'Acquacheta.
(Foto di Enrico Tortori)
Nel tempo è stato spontaneo per me assimilare l'azione dello scrivere a quella dello scorrere di un corso d'acqua: che sgorga da una sorgente che ha origine nel cuore della Terra, di cui mai nessuno saprà mai il punto esatto; l'acqua poi prende a scorrere lungo il letto di un torrente, fiume o ruscello, suo sentiero, che incontra varie situazioni, ostacoli, deviazioni e salti...picchi estatici e sorprendenti di cascate e soffici tuffi nell'abbondanza del suo stesso elemento, il sè.
Il torrente poi continua il suo corso, a volte lungo un unico canale, a volte diramandosi in più sè, sfociando poi nell'immensità del mare o inghiottito di nuovo dalla Terra, che lo ha generato.

Lo scorrere come movimento che racchiude in sè il cambiamento e l'evoluzione, come il pensiero si evolve da impalpabile idea a pragmatico scritto.

Camminando, scrivendo e raccontando ciò che amo.
Benvenuti nel mio blog e buona lettura.

Lozzole, la rinascita e la memoria

Articolo redatto e pubblicato da Antonella Falco sulla rivista "2001 Romagna - Numero Centoquaranta" - Tipografia Faentina Editrice (Giugno 2013 - Pagg.70/79)
Vietata la riproduzione senza l'autorizzazione dell'autrice (contattabile via mail all'indirizzo antonellafalco6@gmail.com).
Rivista acquistabile in tutte le edicole di Faenza (Ra) e dintorni e nelle librerie faentine.

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Camminare è la mia più grande passione e questa passione s’intreccia con l’amore per il nostro Appennino, che permette escursioni mozzafiato alla scoperta di punti in cui Romagna e Toscana si mischiano in luoghi magici come Lozzole, dove la natura in tempi passati ha lasciato spazio alla civiltà, una civiltà rurale, montana, antica, di cui si puo’ ancora percepire l’eco affacciandosi agli splendidi panorami che si possono ammirare dai tanti crinali che caratterizzano questa zona.

Lozzole, un po' di storia
Cartina escursionistica di Palazzuolo Sul Senio (Fi) e dintorni
Lozzole è un piccolo borgo posto sul giogo montano che fa da spartiacque tra le vallate dei fiumi Senio e Lamone, a circa 800 metri sul livello del mare, tra i comuni di Palazzuolo Sul Senio e Marradi, entrambi in provincia di Firenze.
Lozzole e la sua chiesa, dedicata al Santo Bartolomeo, nonostante geograficamente siano compresi nel territorio toscano, fanno capo alla Diocesi di Faenza-Modigliana (rispettivamente in provincia di Ravenna e Forlì).


Non si hanno notizie certe e precise riguardo alla costruzione dell’attuale Chiesa di San Bartolomeo e la fondazione della parrocchia. Alcuni documenti riportano il 1782 come data d’erezione della chiesa, ma pare che già tra il 1299 e il 1350 se ne abbia notizia come compresa all’interno del borgo del Castello di Lozzole, allora posseduto dal Vescovo di Firenze.
Agli storici la definizione di queste informazioni, che non tolgono la certezza che in questo luogo il tempo ha fatto il suo corso conservando in un modo o in un altro la presenza dell’edificio, a momenti consacrato o meno.